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Sport e stress


Al giorno d’oggi la parola stress è entrata sempre più nel linguaggio comune: “mi sento proprio stressato”, “ho difficoltà a gestire lo stress”, “questa vita è davvero stressante!”. Anche nel mondo dello sport questo aspetto è tenuto spesso in considerazione e viene additato come responsabile di performance scadenti o difficoltà ad ottimizzare la prestazione degli atleti in gara; lo stress, infatti, risulta alla base di “pressione”, “ansia”, “blocchi mentali” e vissuti negativi che ostacolano l’atleta nel perseguire e realizzare il proprio obiettivo.

Ma cosa è lo stress e a cosa serve? A livello biologico è una risposta dell’organismo a stimolazioni provenienti dall’ambiente (stressor) che vanno a “minacciare” lo stato d’equilibrio interno dell’organismo. Ciò che però non è noto ai più riguarda la distinzione fra distress (stress cattivo) e eustress (stress buono).

Il distress insorge quando lo stressor agisce con particolare intensità e per periodi dilatati nel tempo sulla persona, che inizia a percepire uno stato di malessere e di disagio legato a sensazioni di stanchezza, tachicardia, difficoltà a concentrarsi e altri sintomi che si traducono per l’atleta in un chiaro e rapido calo della prestazione.

Al contrario l’eustress ha un risvolto totalmente adattivo sulla prestazione dell’atleta, che percepisce un aumento a livello di concentrazione, di comprensione, rapidità nella presa di decisioni, sensazione di prontezza fisica e percezione di grande energia in corpo. Questo tipo di stress, quindi, è legato ad uno stato di attivazione positiva dell’atleta che riesce ad usufruire delle proprie risorse anche nel momento della gara.

In quest’ottica, l’atleta che sa gestire le situazioni stressanti in modo adattivo trasformando lo stress “cattivo” in stress “buono”, avrà decisamente un valore aggiunto da sfruttare nel momento della competizione; chi, invece, ha poche strategie per “combattere” e gestire il distress, avrà poche probabilità di avere una resa soddisfacente durante la prestazione.

Tale capacità di trasformazione può essere innata e far parte delle caratteristiche della persona o può essere anche appresa e migliorata nel corso del tempo. Attraverso un percorso di preparazione mentale, infatti, possono essere strutturate e allenate strategie specifiche che aiutino a fronteggiare situazioni stressanti e potenzialmente “minacciose” trasformandole in risorse per la crescita dell’atleta e della persana stessa.

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