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La squadra ai tempi del COVID-19





Pensando al concetto di squadra viene subito in mente l’immagine di un gesto che aiuta a definirla; gli atleti stretti in un abbraccio, le teste unite, l’urlo che esce dai polmoni.

Un rito, a volte anche scaramantico, atto a dar forza e a far sentire invincibile prima e dopo di ogni gara, ogni partita o prestazione; quel gesto che consola, che fortifica, che unisce e che significa condivisione.

Quell’abbraccio, oggi sembra appartenere a un’epoca lontana; in questi giorni, infatti, risuona un solo mantra: “Restate a casa, evitate i contatti fisici e mantenete la distanza di sicurezza di almeno un metro”.

Il Covid-19 fisicamente divide, separa, disgrega. Può generare incertezza e impotenza, togliendo forza.

Razionalizzando, però, possiamo guardare alla squadra come organismo unico e indivisibile, che trae forza da se stesso e dall’unione delle parti. Un puzzle che, prima di essere composto aveva già in sé il tutto; un puzzle creato in funzione di quel tutto. Raggiunge sì la completa realizzazione quando i tasselli sono sistemati in un'unica forma, ma tale forma assume un senso dalle singole parti.

Quando l’immagine non ha ancora preso forma, la mancanza del più piccolo e apparentemente insignificante tassello potrebbe risultare irrilevante, ma nel momento della composizione finale toglie senso al tutto.

Per questo, in questo momento critico, è importante tenere in considerazione che ogni debacle del singolo, dove trovare la motivazione al movimento, l’allenamento, la fatica fisica, diventa davvero complicato, nuoce alla squadra in quanto entità di riferimento.

Risulta quindi importante che ogni membro della squadra sia consapevole di quanto sia realmente importante per il gruppo e che il team si senta in dovere di non lasciar andare nessun membro che potrebbe risentire di questo periodo cosi particolare.

Dalla squadra si può attingere ma alla squadra si deve dare per far si che l’organismo sia sano.

Un senso del dovere, forse un impegno, oggi, per non rinunciare a quell’abbraccio scaramantico sul campo domani.

Cosa serve per sentirsi squadra ora? Per costruire nuove esperienze e consuetudini che ricementino lo spirito del proprio team? Cosa ne pensate? Cosa fate? Vi ascoltiamo.

Raccontateci la vostra esperienza.

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