L'infortunio

La sola parola spaventa. Eppure tutti sanno che fa parte del gioco. E‘ dietro l’angolo, specie per chi, come gli agonisti, è abituato a spingersi ai propri limiti. In questo periodo di ripresa, tra entusiasmi, passione che si riaccende, nuove discese in campo o in palestra, ritorna anche questo tema, sempre presente e soprattutto, come tutte le cose di cui poter aver paura, da rispettare e considerare con attenzione. Programmazione, rispetto dei tempi di ripresa, cura della preparazione atletica sono il minimo per ogni periodo di ripartenza, come ben sanno gli atleti. Dal punto di vista mentale, è altrettanto importante dedicare attenzione al rapporto con il proprio corpo, all’ascolto dei segnali che ci manda, a guidarlo e sostenerlo nella richiesta di una nuova attivazione in ottica della prestazione che piano piano diventerà ottimale. Definire bene gli obiettivi, gestire l’ansia di ritornare „al livello“ precedente, attraversare e utilizzare con cura le paure rispetto a quando ci si è fermati, sono modalità propedeutiche e funzionali ad evitare la situazione che potrebbe essere l’anticamera di nuovi infortuni. Se poi dovesse capitare di nuovo, il tema sarà quello di recuperare l’alleanza tra mente e corpo, accettare i limiti, riprendere con ancora più cura, più consapevolezza e determinazione per tornare ad essere forti e insieme al proprio corpo. Mai come per questo tema, sia a livello di prevenzione che di recupero, il rapporto mente e corpo può essere usato in maniera funzionale ed è fondamentale per vivere bene le prestazioni. Un aspetto fondamentale da non trascurare riguarda la percezione dell'infortunio; se questo viene vissuto come una battuta d'arresto imposta da subire passivamente risulta molto probabile che l'uscita da tale evento sarà difficoltosa e più lenta. Se invece si riuscisse ad accettare come parte integrante del gioco, una „pausa“ si, ma solo dal punto di vista fisico e non mentale, potrebbe diventare una risorsa per ricaricarsi e spostare il focus su aspetti della preparazione che spesso non vengono approfonditi per mancanza di tempo. È proprio vero infatti che il campione non è colui che non cade mai, ma che cadendo trova la forza di rialzarsi e fare tesoro del momento per diventare più forte di prima.
Cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza a riguardo?