Genitorialità e sport

Il borsone sulla porta, pronto già dalle 7 del mattino.
La sveglia infinita.
I pianti.
I sorrisi.
I capricci.
La frustrazione, la rabbia, la sconfitta.
L’infortunio.
Le corde rotte.
Le corde nuove.
La cuffia dimenticata per l’ennesima volta a casa.
Gli occhialini: si rompono sempre quando meno te l’aspetti.
Il freddo tagliente di gennaio in un campo troppo buio e troppo grande.
Il caldo torrido di luglio che scioglie le tribune assolate di una corsia olimpionica.
Cari genitori: questo articolo è per voi. Per tutte quelle volte che vi siete svegliati all’alba. Per tutti gli impegni sportivi cui non avete mai mancato. Per tutti i borsoni preparati, disfatti, distrutti. È per tutte le partite viste, vissute, sofferte, amate. Per tutte quelle volte che avreste voluto sopportare la disperazione della sconfitta di vostro figlio e la bruciante vergogna dell’errore. Per tutte quelle volte che vostra figlia vi ha guardato negli occhi e vi ha detto “grazie”.
Per le scelte, quando ancora non era in grado di scegliere.
Sembra quasi ovvio, quasi banale, discutere dell’importanza del genitore che affianca l’atleta: proprio per questo ci sentiamo in dovere di farlo e vogliamo celebrarvi.
La figura del genitore di un atleta non si esaurisce nell’accompagnare il pargolo agli allenamenti, nel consolarlo dopo la sconfitta, nel preparare la divisa da basket o nell’iscrizione ai tornei. Il lavoro più faticoso è quello che non vediamo dall’esterno ed è proprio quello che permette ad ogni singolo atleta di crescere come persona, e altrettanto come agonista. Parliamo dell’educazione, del rispetto per l’avversario, della passione per lo sport, dell’impegno per l’allenamento.
Spesso i genitori si trovano ad affrontare una doppia sfida: quella del crescere un atleta e quella del crescere un futuro adulto. Auspicabilmente, le due figure si uniranno; talvolta però non sarà così ed è lì che l’educazione giocherà un ruolo fondamentale per sostenere, indirizzare, canalizzare le potenzialità di ogni giovane sportivo.
Ecco quindi che proprio per queste ragioni, la madre e il padre assumono un ruolo cruciale nel trovare il giusto equilibrio tra il sostenere l’attività sportiva (perciò i sacrifici, le difficoltà, ma anche le soddisfazioni che quest’ultima comporta) e parallelamente supportare e condurre il ragazzo verso la crescita adulta nella vita quotidiana, fuori dal campo.
Una precisazione doverosa, infine, è quella di sottolineare la rilevanza del triangolo relazionale “allenatore-genitore-atleta”: è proprio grazie alla cooperazione sinergica tra queste figure che quest’ultimo è in grado di sviluppare al massimo il suo potenziale. Sappiamo bene che dietro ad ogni agonista forte, mentalmente e fisicamente, c’è sempre un team che lo sostiene in modo attivo. In questa prospettiva il genitore assume dunque un ulteriore ruolo fondamentale: quello di très d’union tra l’allenatore e lo sportivo, favorendo lo scambio relazionale, la collaborazione e la comunicazione reciproca.
Un proverbio cinese afferma “dare a tuo figlio una competenza è meglio che dargli mille monete d’oro”: non è forse quello che fate quotidianamente quando accompagnate vostro figlio al campo, quando gli insegnate il valore della sconfitta e del duro lavoro, quando lo sostenete nel prendersi le proprie rivincite e soddisfazioni, quando gli insegnate che anche le emozioni, quelle che sembrano più buie e spaventose, gli saranno incredibilmente utili un giorno?
Oggi, ascoltiamo voi, genitori: quali sono le esperienze, le difficoltà e le soddisfazioni che incontrate quotidianamente nel supportare i vostri figli e atleti?